Peltium

Area Archeologica di Peltuinum – Prata d’Asidonia (L’Aquila)Il sito archeologico di Peltuinum  si trova in in un paesaggio incantevole   tra castelli, borghi,  monasteri; è incorniciato a nord dal massiccio del Gran Sasso e a sud dal gruppo montuoso Sirente-Velino, vicino ai quattro grandi Parchi.
La collocazione territoriale, esaltata dalla consistenza monumentale, focalizza l’attenzione, trasferendo il suo antico ruolo di punto commerciale nella rete viaria della transumanza in un nuovo ruolo di polo turistico che unisce l’interesse archeologico a quello ambientale nella stessa centralità topografica che aveva fatto la sua fortuna nell’età antica.peltuinum1
Peltuinum è infatti facilmente raggiungibile da Roma, L’Aquila, Chieti, Pescara, ben servita da strade veloci (autostrada A24 e Provinciale 17). vicina ai grandi Parchi d’Abruzzo, equidistante dai mari. La città di Peltuinum  fondata fra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C. nel territorio abitato dal popolo dei Vestini, era attraversata dalla via Claudia Nova che corrisponde all’attuale tratturo. Si conservano i resti di lunghi tratti delle mura di cinta e , parzialmente, anche della porta occidentale.

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Degli edifici pubblici attestati dalle fonti si conserva solo il teatro di età augustea che, diversamente dal solito, è esterno alle mura. La cavea è ricavata sfruttando in parte il pendio naturale ed ha un diametro di 58 m. La città  si estende su un pianoro sopraelevato rispetto all’Altopiano di Navelli emergente tra la valle dell’Aterno e quella del Tirino, naturali vie di attraversamento dell’Appennino Abruzzese. La città aveva un ruolo, sia politico che economico, strategico nel controllo dei traffici commerciali legati ai percorsi della transumanza; anche in tempi più vicini a noi il pianoro era attraversato in senso E-O dal Regio Tratturo Borbonico, le cui strutture doganali si sono insediate sul sistema di ingresso della città romana.peltuinuLa vita della città termina intorno al IV secolo, forse a causa di un terremoto più forte di quelli che si verificavano di frequente. Alla fase di abbandono segue poi un’intensa attività di spoliazione del materiale edilizio, come confermano i numerosi frammenti di decorazioni architettoniche, capitelli, colonne, grandi blocchi calcarei, sicuramente provenienti dagli edifici della città romana, riutilizzati nelle chiese e nei castelli medievali della vallata (in particolare nelle chiese di San Paolo a Peltuinum, Prata d’Ansidonia, Bominaco).

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